Centrale dei Rischi: tanti ne parlano, pochi la conoscono

La Centrale Rischi Banca d’Italia negli ultimi anni ha assunto una rilevanza fondamentale per ottenere credito dalle banche.

La Centrale Rischi Banca d’Italia fu istituita più di 50 anni fa (maggio 1962) ma per molti anni probabilmente solo quelli del settore bancario ne conoscevano l’esistenza. Poi è iniziata l’era di Basilea 2, Basilea 3, dei sistemi di rating e la grande crisi economico finanziaria, e lo strumento è diventato fondamentale per valutare il merito di credito.

In parole semplici, la Centrale Rischi è una banca dati, gestita da Banca d’Italia e alimentata obbligatoriamente dagli intermediari finanziari autorizzati (Banche, Società di Leasing, Società di factoring, Consorzi di garanzia vigilati, Intermediari finanziari ex 106 TUB), in cui vengono comunicate tutte le informazioni riguardanti l’indebitamento della clientela con il sistema bancario e  finanziario.

Il meccanismo, semplificando al massimo, prevede che:

  • entro il 25° giorno del mese successivo al mese di riferimento, gli intermediari finanziari autorizzati inviino alla Banca d’Italia i dati relativi al debito totale di ciascun cliente;
  • la Banca d’Italia rielabora i dati e li mette a disposizione degli intermediari finanziari autorizzati per fornire un’informazione dettagliata del debito totale verso il sistema creditizio di ciascun cliente “segnalato”.

Quali dati vengono segnalati?

L’intermediario finanziario autorizzato ha l’obbligo di segnalare:

  • per le posizioni regolari (in bonis): l’intera posizione del cliente nei confronti del sistema se, questa, è pari o superiore a 30.000,
  • per le posizioni in situazione di sofferenza: tutte le posizioni di importo uguale o superiore 250 euro.

Esempio: una persona ha un fido di 25.000 euro con una determinata banca, non ha altri rapporti superiori alla soglia minima di 30.000 con altre banche e l’andamento del rapporto è regolare. In questo caso la sua posizione non compare nella Centrale Rischi di sistema. Nel momento in cui, per qualsiasi motivo, la sua posizione dovesse passare in sofferenza per importi superiori a 250 euro, automaticamente verrebbe segnalato nella Centrale Rischi di sistema.

A cosa serve la Centrale Rischi?

La Centrale Rischi è essenziale, per la banca, per:

  • decidere se affidare o meno un cliente
  • valutare o verificare se l’azienda o la persona fisica utilizza in modo corretto i fidi
  • analizzare l’utilizzo dei fidi (in gergo bancario denominata analisi andamentale) per determinare il rating del cliente
  • stabilire, sulla base del rating calcolato, il costo del denaro dei fidi.

Pertanto, un’analisi approfondita della Centrale Rischi permette di capire se colui che richiede un finanziamento è meritevole ed affidabile e, in caso positivo, a che prezzo gli possono essere concessi dei fidi.

Cosa devi fare per mantenere una Centrale Rischi “apprezzata” dagli istituti di credito?

Quello che devi sapere è che, se gestita bene, la Centrale Rischi potrebbe aiutarti ad avere un rapporto sereno con le banche che ti concedono credito o che vorrebbero farlo.

Ecco alcuni accorgimenti che potrebbero esserti d’aiuto.

1. Evita gli sconfini!

Evita di utilizzare i soldi della banca in misura superiore al fido che ti ha concesso. Questo vale per:

  • i fidi di cassa
  • i fidi di sconto di fatture o ricevute bancarie (chiamato autoliquidante o fido a breve)
  • i finanziamenti con un piano di rientro a rate (mutui, leasing).

Se utilizzi più di quanto ti è stato concesso o se non paghi la rata di un finanziamento, nella Centrale Rischi viene fatta una segnalazione a tuo carico. Non solo, vieni segnalato anche se la rata scade a fine mese e la paghi con qualche giorno ritardo. La banca, a fine mese, fa una “fotografia” della tua posizione e la invia alla Banca d’Italia. Pertanto, se a fine mese la rata non risulta pagata, in automatico il sistema segnala la posizione sconfinante.

Nel caso in cui uno sconfino sia necessario, è meglio che tu lo faccia nel corso del mese con l’accortezza che prima dell’ultimo giorno del mese devi assolutamente essere rientrato nei fidi accordati. In alternativa, devi farti approvare un extra fido temporaneo.

Ricorda che sconfinare, anche se per pochi giorni, rispetto ai fidi accordati o utilizzare extra fidi temporanei è molto costoso.

In ogni caso, se ti trovi in oggettive difficoltà finanziarie, per cui non hai la possibilità di utilizzare i soldi della banca nel limite dei fidi accordati, è preferibile che lo sconfino avvenga sulle linee a breve e non su mutui o leasing e, comunque, per periodi continuativi non superiori a 30 giorni. Dopo 90 giorni di sconfino continuativo, infatti, le banche sono costrette a segnalare lo stato di deterioramento e dovranno accantonare capitale a copertura del credito anomalo. Le conseguenze, in questo caso, possono essere:

  • Il grave peggioramento del rating
  • L’aumento degli oneri e degli interessi che la banca ti addebita
  • La revoca degli affidamenti e la richiesta di rientro anticipato da parte della banca su cui hai sconfinato o da parte di altre banche che ti affidano.

In tutti i casi in cui tu non riesca ad essere regolare nell’utilizzo del denaro, è fondamentale che crei con la banca un dialogo trasparente. Spiega le motivazioni della tensione finanziaria, inoltra la documentazione necessaria a chiarire la situazione e comunica i tempi in cui intendi rientrare.

2. Mantieni l’utilizzo dei fidi a breve al di sotto della soglia del 90% del fido accordato

Una gestione ottimale dei fidi prevede che siano utilizzati tra il 45% ed il 75% del fido accordato. Un utilizzo entro questi limiti indica una situazione finanziaria priva di tensioni, con benefici in termini di rating. Tendenzialmente, anche se più costoso, avere fidi appena superiori alle effettive necessità potrebbe giovare alla posizione complessiva.

3. Evita il più possibile gli insoluti e proroghe ripetute delle fatture anticipate

Gli insoluti dei tuoi clienti o la concessione di proroghe delle scadenze per fatture anticipate, indicano una scarsa qualità del portafoglio clienti. Prima di scontare una fattura o una ricevuta bancaria cerca di essere moderatamente sicuro che la controparte sia un buon pagatore. Se prevedi che la ricevuta o la fattura non verrà pagata alla scadenza, evita di scontarla!

Non dimenticare, inoltre, che è fondamentale che l’incasso della ricevuta o della fattura andata insoluta avvenga nella stessa banca in cui è stata scontata.

4. Evita le proroghe degli anticipi contratti e di respingere le ricevute bancarie dei tuoi fornitori

Prorogare ripetutamente gli anticipi dei contratti con i tuoi clienti e non pagare le ricevute bancarie dei tuoi fornitori è indice, per la banca, che

  • la tua azienda è in difficoltà finanziaria
  • ti stai approvvigionando di denaro in modo improprio.

Il rating ne risente negativamente.

Ti consiglio, anche in questo caso, di comunicare alla banca le motivazioni per cui sono state messe in atto tali azioni.

5. Richiedi periodicamente alla Banca d’Italia una Centrale Rischi della tua posizione e controllala

Richiedere la propria Centrale Rischi è veloce, semplice e gratuito. È sufficiente compilare un modulo (disponibile  sul sito di Banca d’Italia) di richiesta e inviarlo con una PEC. Nell’arco di qualche giorno la Banca d’Italia ti manda, alla PEC che hai indicato, il file in pdf della tua Centrale Rischi.  Una volta ricevuta controllala per vedere che non ci siano errori o segnalazioni di irregolarità. Nel caso di segnalazioni errate dovrai attivarti per farle correggere ed eliminarle. Se, invece, le segnalazioni di irregolarità sono corrette dovrai trovare il modo di risolvere il problema che le ha generate. Usala anche per verificare come stai utilizzando i tuoi fidi come abbiamo visto nel punto 2.

Come avrai capito la gestione della Centrale Rischi, con pochi accorgimenti, potrà essere un tuo alleato fondamentale per poter accedere al credito bancario. Pertanto, se vuoi ottenere il sostegno delle banche per raggiungere i tuoi obiettivi, controllala periodicamente e metti in pratica i miei suggerimenti.